I licheni possono rappresentare il punto di partenza per la riflessione circa gli scopi dell’educazione ambientale.
La conoscenza di questi organismi è nota fin dai tempi degli antichi egizi, impiegati come base per profumi, coloranti, alimenti e prodotti terapici.
Oggi sono utilizzati come biomonitor dell’ambiente e bioaccumulatori. Nel primo caso si valuta la loro tolleranza nei confronti dei contaminanti, nel secondo si individua la concentrazione degli inquinanti nel corpo lichenico.
Il biomonitoraggio è una tecnica che si presta facilmente a scopo didattico. Consiste nel valutare la qualità dell’aria utilizzando il metodo proposto da Nimis in base ai valori di biodiversità lichenica.
Vengono scelte stazioni da campionare e per ognuna di queste, con un apposito protocollo, viene calcolato un indice di BIODIVERSITA’ LICHENICA (BL).
Il campionamento viene eseguito utilizzando un apposito reticolo con il quale si contano i licheni presenti sulla corteccia (corticicoli) degli alberi campionati.
Ad ogni valore di BL relativo alle stazioni (BLs), corrisponde, una classe di qualità dell’aria, come mostrato in tabella.